Martedì 21 febbraio 2017 alle ore 21,15 al Museo Tornielli di Ameno:
DIGITAL PRIMITIVES
Ingresso € 10
Esplosiva combinazione di blues, funky, free jazz, ritmi africani, pop e ogni altra cosa passi per le loro mani, i Digital Primitives sono uno dei gruppi più entusiasmanti che possa capitare di ascoltare.
Formati dal sassofonista Assif Tsahar con il batterista Chad Taylor (già applaudito a Ca’ Foscari nel Chicago Underground Duo) e con un personaggio indomabile come Cooper-Moore che si esibisce con fantastici strumenti autocostruiti, i Digital Primitives sono un trio originale e travolgente che evoca suoni provenienti quasi da una giungla virtuale, con echi di slide guitar del delta, ruvidi blues urbani, spoken-jazz di rivendicazione sociale, infuocati assoli di free che trasportano l’ascoltatore in una sorta di viaggio sciamanico tra i segreti della musica popolare americana.
Come dice il nome stesso, i Digital Primitives sono al tempo stesso moderni e antichi, esploratori e ricercatori (la loro musica è influenzata anche dalle esperienze sul campo in Etiopia e altri posti dell’Africa), profondamente radicati del passato per cercare nuove vie verso il futuro. Un’esperienza davvero unica nel panorama musicale contemporaneo.
Assif Tsahar (sassofonista e clarinettista) è nato in Israele, ma ha incominciato a frequentare la scena di New York sin dai primi anni Novanta, incrociando alcuni dei musicisti più importanti della scena creativa della Grande Mela, da Hamid Drake a William Parker. La sua vivacissima attività musicale è testimoniata da un’etichetta discografica da lui stesso fondata, la Hopscotch Records.
Cooper-Moore è uno dei più originali e inclassificabili musicisti americani, pianista, compositore e inventore di strumenti, attivo sulla scena sperimentale sin dagli anni Settanta. Tra i suoi strumenti più originali, il diddley-bow (sorta di banjo a tre corde) e il mouth bow, che si suona con la bocca.
Chad Taylor è tra i più straordinari batteristi del jazz di oggi, colonna del Chicago Underground Duo e del quartetto di Fred Anderson, ma anche collaboratore di Marc Ribot e di Nicole Mitchell. Suona anche il vibrafono e utilizza l’elettronica per ampliare la sua timbrica già vastissima.